La selezione di fondi nell'epoca delle grandi transizioni

In uno scenario mutevole, l'attività di fund selection si conferma cruciale per assicurare il giusto rapporto rischio/rendimento nella gestione dei portafogli. Mentre inflazione, recessione e tensioni geopolitiche preoccupano, le grandi transizioni in corso offrono importanti opportunità di investimenti tematici: quali le strategie da seguire?

Bruno Bernasconi

L’incertezza rimane il tema dominante per i selezionatori di fondi in questo inizio di 2024, tra l’escalation delle tensioni globali, le speranze di un soft landing e il rischio di stagflazione. Tutti elementi che evidenziano l’estrema complessità dell’attuale contesto di mercato, in cui inflazione e volontà di preservare il valore del patrimonio nel tempo hanno influenzato la ricomposizione dei portafogli finanziari. La fine dell’era di tassi di interesse a zero e i continui mutamenti all’interno del panorama internazionale sembrano suggerire un ritorno alla gestione attiva quale strumento più idoneo per garantire rendimenti più elevati, senza trascurare le sfide poste dai megatrend pluriennali che stiamo attraversando e che caratterizzeranno il medio-lungo periodo. 

In particolare, la politica monetaria e le prossime mosse delle Banche Centrali continuano a essere un tema predominante sui mercati finanziari, tra le aspettative di tagli dei tassi di interesse nei prossimi mesi e la cautela ribadita a più riprese dai policy maker. Una prudenza che apre alla possibilità di un terzo scenario rispetto alla dicotomia tra rialzo o ribasso del costo del denaro e che, al momento, gli investitori sembrano mettere in secondo piano: il mantenimento dello status quo per un periodo più lungo del previsto, con tutte le ricadute e conseguenze del caso sull’economia e in materia di investimenti. 

Il tutto senza dimenticare il complesso quadro geopolitico che contribuisce ad alimentare il contesto di incertezza, per uno scenario che, come spesso accade, se da un lato è caratterizzato da diversi rischi, dall’altro offre anche delle opportunità soprattutto in un’ottica di lungo periodo sull’onda delle grandi transizioni che stiamo affrontando. E così l’invecchiamento della popolazione, e più in generale la più grande transizione demografica della storia, rappresentano anche un nuovo modo di concepire il risparmio e gli investimenti, con tutte le opportunità che derivano dalla Silver Economy; la transizione ecologica ed energetica offre un’importante occasione di crescita a lungo termine in alcune infrastrutture strategiche per il futuro sviluppo del Paese; la digitalizzazione e tutto il settore dell’intelligenza artificiale apriranno a profondi cambiamenti all’interno del mercato del lavoro e, per molti fund selector, non si tratterà semplicemente di investire in società con un'esposizione all'IA, ma produrrà vantaggi diretti nell'applicazione della tecnologia all'interno del proprio processo, grazie soprattutto ai benefici derivanti dall’analisi avanzata dei dati. 

Quali sono quindi le strategie dei fund selector nell’epoca delle grandi transizioni? Quali le richieste e le soluzioni offerte dall’industria del private banking? 

Come indica l’AIPB, il private banking ha individuato tre sfide chiave per una crescita sostenibile nel tempo del proprio modello di servizio: la capacità di rafforzare il presidio delle future generazioni di clientela con un approccio alla consulenza multigenerazionale; lo sviluppo di una “protezione” che non si limiti solo all’ambito finanziario; la capacità di cogliere le opportunità offerte dall’utilizzo dei dati e dall’intelligenza artificiale. Come ricordato anche dal Presidente Andrea Ragaini, nei prossimi anni assisteremo a ingenti passaggi di ricchezza da parte dell’attuale generazione verso la successiva e per non disperdere il patrimonio servito dal private banking sarà quindi fondamentale rinnovare il patto di fiducia con una nuova generazione di clienti, rafforzando ulteriormente l’importanza di puntare su una maggiore educazione finanziaria dei giovani. 

Figura 1 - Fasce d'età servite dal private banking e relative quote AUM​

Figura 1 - Fasce d'età servite dal private banking e relative quote AUM

Fonte: AIPB

Nel 2023 l’industria del private banking ha superato i 1.000 miliardi di euro di masse gestite, di cui il 55% fanno capo a clienti sopra i 65 anni e oltre il 30% agli over 74enni. Già lo scorso anno sono passati alle generazioni più giovani 22 miliardi di euro, cifra che si stima salirà a circa 180 miliardi entro il 2028 e a 300 miliardi entro il 2033. Il private banking dovrà essere in grado di far dialogare le diverse generazioni, riducendo la quota di clienti (pari al 69% tra i 65 e i 74 anni e al 58% tra gli over 74) che non coinvolge i figli nella gestione del patrimonio, senza contare la sfida posta dalla percentuale sempre maggiore di clienti Silver che non hanno eredi (nel 2050 saranno circa un terzo della popolazione ultracinquantenne!).

Quest’ultimo dato, in particolare, evidenzia come invecchiamento della popolazione e cambiamenti nella composizione dei nuclei familiari, dove si fanno sempre meno figli, avranno un peso anche nelle motivazioni che portano le persone a investire, spesso legate tra i più anziani alla volontà di costruire qualcosa per i futuri eredi, a favore del mantenimento di un tenore di vita adeguato e, più in generale, per garantire il benessere nella terza e quarta età. Riassumendo, la Silver Economy. Un altro esempio legato all’aumento dell’aspettativa di vita è poi come questo abbia riportato la salute e la sua protezione al centro delle preoccupazioni delle famiglie. Un tema ancora più sentito dai clienti private, in quanto l’età media è di molto superiore a quella italiana e pari a 58 anni (il 55% sono over 65), dando ancora più rilevanza alla necessità di stipulare polizze Long Term Care.

Altro aspetto legato a doppio filo a quello delle grandi transizioni è come riuscire a indirizzare maggiormente gli oltre 1.000 miliardi di AUM, e più in generale il risparmio degli italiani, verso investimenti in economia reale, contribuendo attivamente allo sviluppo del Paese e creando un circolo virtuoso che, in ultima analisi, porti a un miglioramento del benessere collettivo. In quest’ottica, i fund selector non solo si trovano a dover affrontare le sfide del mercato, ma anche a studiarne i nuovi trend per offrire nuove scelte di investimento, tra cui si consolidano quelle alternative nei private market. In conclusione, oltre alle competenze legate alla conoscenza dei mercati e alle capacità analitiche, il settore della selezione necessita quindi il giusto grado di flessibilità nell’analisi delle diverse asset class, senza dimenticare la crescente attenzione verso i fondi compliant con il regolamento SFDR complice il sempre maggiore interesse per le tematiche ESG. 

Quali sono quindi le caratteristiche principali nel processo di selezione dei fondi e quali le sfide per i fund selector nell’attuale scenario congiunturale? La gestione attiva resta la soluzione migliore per garantire la necessaria flessibilità in un mondo dinamico e in continua evoluzione? Tutti temi di cui si dibatterà in occasione dell’Annual Meeting dedicato ai Fund Selector dal titolo "La selezione di fondi e asset nella turbolenza geopolitica e finanziaria" organizzato da Itinerari Previdenziali. 

Bruno Bernasconi, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

27/2/2024 

 
 

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