Alimentazione, integratori e nutraceutica: i consumi nella Silver Age

Farmacie, nutraceutica e integratori alimentari assorbono almeno 25 miliardi di euro di consumi, di cui circa 10 direttamente ascrivibili alla quota Silver della popolazione: prodotti e abitudini degli over 50 italiani secondo la fotografia scattata dall'ultimo Quaderno Itinerari Previdenziali

Mara Guarino e Melania Turconi

Prevenire è meglio che curare: e allora perché non cominciare proprio da una sana alimentazione?

Abbinata a uno stile di vita sano, una buona dieta è senza dubbio un fattore fondamentale per salute e benessere a tutte le età ma, a maggior ragione, nelle fasi più mature della propria vita, quando diviene ancora più essenziale per tutelarsi da eventuali patologie associate all’invecchiamento. Come confermano, del resto, anche i dati dell’ultimo Quaderno di Approfondimento Itinerari Previdenziali dedicato alla Silver Economy che descrive una fetta di popolazione, quella over 50, sensibile all’acquisto di cibi  salutari e ai benefici dell’esercizio fisico.

 

Il mercato della Silver Economy:  (sana) alimentazione, nutraceutica e integratori 

Numeri cui fanno eco, d’altra parte, anche quelli Istat relativi alla spesa per consumi delle famiglie: subito dopo abitazione e utenze domestiche, i prodotti alimentari spiccano tra le principali voci di consumo dei Silver italiani, rappresentando il 19% della spesa media mensile di un over 65 single (il 21% se in coppia senza figli) e facendo del comparto alimentare uno dei settori potenzialmente più interessati dall’indotto della cosiddetta economia d’argento. Se, infatti, i più senior si dimostrano già attenti ai consapevoli dell’importanza di uno stile di vita accorto (anche a tavola), con una sensibilità crescente soprattutto tra le donne e all’avanzare dell’età anagrafica, anche il mercato pare adeguarsi con attività promozionali dedicate e un’offerta sempre più customizzata sulla base delle loro peculiari esigenze. 

Una su tutte, ad esempio, quella di cibi monoporzione, particolarmente utili a evitare sprechi in una società che tende velocemente all’atomizzazione dei nuclei familiari: secondo le proiezioni dell’Istituto Nazionale di Statistica, tra meno di vent’anni 1 Silver su 3 vivrà di fatto solo, con tutte le conseguenze del caso anche in termini di attitudine al consumo.  Senza trascurare, poicome ormai quasi tutte le principali catene di supermercati (ma anche negozi al di fuori dei circuiti della grande distribuzione) offrano i consumatori più senior scontistiche dedicate, proponendo insieme a sconti di circa il 5-10% fasce orarie o giornate consigliate per fare la propria spesa. Iniziative, che così come la possibilità di avere la consegna a domicilio scontata o gratuita, incentivano la fidelizzazione della clientela più anziana, oltre a favorire quanti hanno maggiore difficoltà di spostamento, magari anche per problemi di salute e/o solitudine. 

 

Invecchiare attivamente: integratori alimentari e nutraceutica 

Il desiderio degli over 50 italiani di non vivere solo più a lungo ma di invecchiare attivamente va tuttavia oltre un’alimentazione sana e di qualità, trasferendosi a tutti quei comparti e consumi che favoriscono la preservazione della propria salute, fisica e mentale. Ne offrono una concreta riprova i dati relativi al ricorso a integratori alimentari e nutraceutica. 

Come evidenzia il Quaderno Itinerari Previdenziali, nel 2020 gli integratori alimentari hanno rappresentato il 12,7% delle vendite complessive delle farmacie e il nostro Paese vanta addirittura il primato in Europa con un mercato complessivamente stimato per il 2025 in 4,8 miliardi di euro; ad assumerli, secondo le stime diffuse da FederSalus, più di un 1 italiano su 2 (il 58,4%), per una parte consistente Silver. Tra i più utilizzati, vitamine, minerali e prodotti con azione specifica sull’apparato cardiocircolatorio, mentre aumenta comunque la diffusione di composti per il benessere mentale e il rilassamento e di immunostimolanti.  Tanto che le aziende operanti nella nutraceutica – intesa come quella disciplina che fonde nutrizione e farmaceutica, indagando componenti e principi attivi degli alimenti con effetti positivi per la salute – presentano tassi di crescita del fatturato pari a circa il 6/7%. 

Nel dettaglio, secondo l’ultimo rapporto di Mediobanca riferito al 2021, a livello mondiale questo mercato varrebbe almeno 500 miliardi di dollari, destinati a salire fino a quota 745 entro il 2027; a primeggiare soprattutto i cibi del controllo del peso, che da soli assorbirebbero almeno 214 miliardi di dollari, seguiti da integratori (140 miliardi) e baby food (73 miliardi). Un successo che trova appunto riscontro anche nel nostro Paese, seppur con valori inevitabilmente più contenuti: sempre secondo Mediobanca, in Italia, il mercato della nutraceutica avrebbe invece un valore stimabile sui circa 5 miliardi di euro, di cui 3,8 imputabili alla voce “integratori alimentari”.

 

I sempre più ampi confini della Silver Economy italiana

Complessivamente, ipotizza dunque la pubblicazione curata dal Centro Studi e Ricerche, il giro d’affari totale della farmaceutica italiana – compresi, oltre ai farmaci veri e propri anche integratori, cibi arricchiti e così via – si aggiorna intorno ai 25 miliardi di euro, dei quali circa 10 spesi dagli over 50. 

E se un’analisi sulle potenzialità di questi settori è di conseguenza doverosa, lo diviene altrettanto anche una riflessione anche sui perimetri stessi della Silver Economy, i cui confini si fanno sempre più ampi, in linea con le esigenze sempre più di dinamiche di una popolazione sì longeva ma anche attenta a invecchiare in buona salute. Come ben puntualizzato da Michaela Camilleri in questo articolo, troppo spesso quando si parla di innalzamento dell’aspettativa di vita si tende a focalizzarsi sui soli aspetti negativi della conquistata longevità, trascurando invece i potenziali risvolti positivi dei trend demografici in corso per economia, finanza, mercato del lavoro e società in genere. 

Perché invecchiamento non significa solo cura e assistenza ma anche e soprattutto prevenzione e ricerca del benessere: almeno stando ai consumi, cittadini, imprese e società di servizi sembrano piano piano andare nella giusta direzione. Ora, però,  la palla passa a politica e parti sociali, già in ritardo invece nel rinnovare i propri modelli produttivi, di organizzazione del lavoro e di welfare di pari passo con lo scivolamento della popolazione italiana verso l’età più anziana. 

Mara Guarino, Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali

Melania Turconi, Itinerari Previdenziali


14/8/2023

 
 

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