Il Punto di Vista

Le nuove "quote" per la pensione: promossa 102, bocciata 104

Alberto Brambilla

Non senza difficoltà, il governo è al lavoro sul superamento di Quota 100: come affrontare la fine del periodo sperimentale senza tornare alle rigidità della riforma Monti-Fonero? Sì a Quota 102 e a misure di invecchiamento attivo, no a nuove giungle pensionistiche e al perdurare delle disparità nei confronti dei contributivi puri 

Costo del lavoro e riforma fiscale: le alternative per ridurre il cuneo

Alberto Brambilla

Il taglio delle tasse per i redditi più bassi, senza diminuzione della spesa, rischia di riversarsi su quel 21% di lavoratori che dichiara più di 29mila euro l'anno e che, con la propria IRPEF, sostiene il sistema di protezione sociale italiano: contrasto di interessi, welfare aziendale e detassazione di premi o aumenti salariali le soluzioni per ridurre il cuneo fiscale e contributivo in modo più equo
 

La povertà delle famiglie italiane

Alberto Brambilla

Statistiche alla mano, l'Italia vive da diversi anni un grosso paradosso: aumenta la spesa per il welfare (e soprattutto per misure assistenziali) ma di pari passo anche il numero di persone che versano in condizioni di povertà. Ecco perché servirebbero soluzioni che puntino a risolvere il problema alla radice, e non al facile consenso politico 
 

Arriva lo stipendio di Stato

Alberto Brambilla

Sostenere le famiglie è doveroso ma, per un Paese dall'elevato debito pubblico e dalla crescente spesa assistenziale come l'Italia, quella dell'assegno unico è davvero la strada giusta? Numeri alla mano, ecco perché i continui bonus offerti dalla politica sono un limite allo sviluppo dell'Italia (e all'assunzione di responsabilità da parte dei cittadini)

Alcune notizie utili per la riforma fiscale

Alberto Brambilla

Quando si parla del sistema fiscale italiano si tende spesso a trascurare una forma di progressività "occulta" ma significativa: all'aumentare dei redditi diminuiscono fino a sparire deduzioni e agevolazioni. Un bell'incentivo a evadere in un Paese nel quale il 43,68% dei cittadini paga solo il 2,31% di tutta l'IRPEF, mentre il 13,22% ne corrisponde il 58,86% 
 
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